Breve lettera sulla frivolezza
Come spesso accade, la vita quotidiana è una costante fonte di ispirazione. Una chiacchierata con la mia amica Chiara (fondatrice di My Wander Coffee, un blog ad alto tasso di caffeina che vi consiglio di leggere) mi ha fatto pensare al forte desiderio di frivolezza che provo in questo periodo.
Chi mi conosce bene sa che l’inizio di questo 2018 non è stato dei più tranquilli, e che ci sono state tante preoccupazioni. Non ve ne parlerò, perché credo ancora nel preservare una sfera privata e intima in cui i social o i blog non si intrufolino, ma per controbilanciare vi parlerò invece di cose lievi, leggere — appunto — un po’ frivole.
«Non c’è cosa più seria che esser capaci di un po’ di frivolezza».
Oscar Wilde
Oscar Wilde aveva ragione da vendere. Un’affermazione, la sua, che diventa tanto più vera al verificarsi di quei momenti in cui la vita decide che è ora di farsi venire le spalle un po’ più robuste. E allora cosa si fa per allegerire il carico? // Ph: Mike Wilson per Unsplash.
Si pensa alle prime passeggiate sotto il sole primaverile, al colore dello smalto da scegliere per il weekend, al matrimonio che si avvicina e ai ricordi belli che stanno per prendere forma. E si pensa a rallentare. A circondarsi di cose belle. A comprare fiori.
«Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d’apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un’esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte».
Epicuro
E così ho pensato ad Epicuro, e alla sua lettera sulla felicità. Un mini libretto rosa che molti anni fa comprai in una delle mie librerie preferite di Roma, Altroquando, a due passi da Piazza Navona. Un compendio di saggezza formato tascabile che mi ha suggerito il titolo di questo post, breve peregrinaggio di un’anima un po’ stanca ma che sta affidando alla frivolezza il compito di allegerirla della sua “pensosità” (cit. Calvino, Lezioni americane).
Ho sempre creduto che la frivolezza fosse una virtù superficiale. A pensarci bene il dizionario si limita a definire “frivolo” qualcosa di scarsa importanza e di poca serietà. Fino a che non sono incappata nelle parole di Calvino, Alda Merini, Voltaire, Cocteau e di molti altri personaggi illustri, che mi hanno fatto scoprire una sua nuova dimensione. E allora in questa breve lettera alla frivolezza, ci voglio augurare di viverne quel tanto che basta per spogliarsi del peso dei problemi e “planare sulle cose dall’alto“.
Camillla Cederna diceva che la frivolezza è prendere le cose serie con leggerezza e le cose leggere con una certa gravità. Serve molto fare entrambre le cose.
Sono d’accordo, Paola. Serve la giusta dose di entrambe le cose 🙂
Concordo con la giusta dose. 🙂
Ciao Serena, piacere di averti qui! Vero? Ci vuole sempre equilibrio 🙂
“Est modus in rebus”. Orazio docet!😉
Cara Catia ciao! Non potrei essere più d’accordo con te (e Orazio) 🙂 Ti auguro una buona giornata e a rileggerci presto!